Original scientific paper
Maria Paola Scialdone, https://orcid.org/0000-0001-8107-8392; Università degli Studi di Macerata, Dipartimento di Studi Umanistici
pp. 59-74
https://doi.org/10.38003/zrffs.16.4
Abstract:
A partire dalla dimensione proteica e problematica dell’“io lirico” nella produzione poetica di Sylvia Plath e di Ingeborg Bachmann, il saggio ripercorre i tentativi critici di accostamento fra le due poetesse, in genere ispirati da una lettura biografica legata al destino tragico delle autrici o alla loro sensibilità per l’Olocausto, per poi tentare di far affiorare un’affinità spirituale più profonda basata su una comune concezione dell’Arte. Il saggio focalizza in particolare l’intenso dialogo intertestuale fra due componimenti poetici delle autrici, vicini anche cronologicamente, la poesia Lorelei di Sylvia Plath e la prosa lirica Undine geht di Ingeborg Bachmann. Con una dettagliata ricostruzione filologica del costante riferimento delle reciproche riscritture del mitologema della Wasserfrau e una ricognizione attenta dei punti di contatto fra le due opere analizzate, il lavoro tenta di far emergere la fiducia delle poetesse nel valore palingenetico della parola poetica, contribuendo così anche a sovvertire un approccio stereotipato alla lirica della Plath che si ritiene trovi nella morte e il suicidio il suo ossessivo punto-perno.
Key words:
Sylvia Plath; Ingeborg Bachmann; Wasserfrau; intertestualità; comparatistica; lirica; arte; utopia; interculturalità; transculturalità; sconfinamenti; gender studies; memoria
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